8 minuti risparmiati e un lungo minuto di silenzio.

“260 milioni di euro per risparmiare 8 minuti tra Foggia e Benevento”. Dopo queste parole del ministro Delrio durante l’inaugurazione della tratta Bovaro-Cervino alla stazione di Benevento, è calato tra la folla un comprensibile silenzio, evidentemente perplessa dalla trionfalità di un annuncio così ridicolo.

Un minuto di silenzio imbarazzato, quel minuto di silenzio che invece non ha avuto Gennaro, operaio di 24 anni morto lo scorso 2 maggio vicino Bovino, proprio mentre lavorava alla realizzazione di quest’opera. Una morte che è sempre meglio non ricordare in questi giorni di festa del progresso e della tecnologia.

260 milioni di euro e un morto, per 8 minuti risparmiati. Se questo è il progresso che porta l’Alta Velocità, siamo fieri di volere che quest’opera non veda mai la propria realizzazione!

Stazione TAV di Afragola… Un esempio di come funziona

Nemmeno il tempo di tagliare il nastro, che già le prime magagne sulla costruzione della stazione Alta Velocità di Afragola vengono a galla. Oltre all’acqua che ha allagato la stazione alla prima pioggia, pare che il parcheggio della stazione sia in realtà la copertura di un immenso deposito di rifiuti tossici, occultati dalla mala vita organizzata negli anni prima e durante la costruzione del “fiore all’occhiello dell’architettura del Sud”. Durante questi anni la storia è piena di episodi a dir poco rassicuranti: sparatorie tra clan per la gestione dei rifiuti e degli appalti dell’opera (con 7 omicidi legati alla stazione, secondo gli inquirenti, solo nell’ultimo mese), geologi che indagavano sui terreni del cantiere sequestrati e minacciati. Sempre negli stessi anni Afragola ha raggiunto il primato nazionale nella classifica dei paesi dove si muore di più per tumore, con il 49% dei decessi.

Che i lavori vengano fatti con i piedi, per risparmiare sui materiali e sulla mano d’opera in modo da intascarsi quanti più finanziamenti pubblici possibili, e che le connivenze con la malavita organizzata siano all’ordine del giorno, non suona nuovo a chi segue le vicende dell’Alta Velocità in Italia e nemmeno per chi ha un minimo di cognizione di causa su come vadano le cose in questo paese.

Bisognerebbe invece sottolinearlo ancora una volta, per tutti coloro che ripongono, chissà perché, una fiducia cieca e smodata nell’operato dello Stato. Tutti quelli che difendono a spada tratta la realizzazione della Napoli-Bari, come opera strategica del Sud che rilancerà le economie dei territori che verranno attraversati, ma a chi vogliono darla a bere?

Se pure fosse vero che la realizzazione di quest’opera servisse a qualcosa, con che faccia certa gente fa questi proclami, quando i fatti parlano sempre e comunque di opere fatiscenti, tempi di lavoro che si allungano a dismisura, sistemi di mazzette e tangenti per spartire la torta dei finanziamenti pubblici, appalti assegnati agli amici e agli amici degli amici in barba alla disoccupazione dei territori che vengono sacrificati per la realizzazione dell’opera, connivenze e complicità per mafia e camorra per lo sversamento dei rifiuti.

La realizzazione della tratta Napoli-Bari per le province di Caserta, Benevento e Avellino, non vorrà dire assolutamente nuovi posti di lavoro, rilancio dell’economia, fine dell’isolamento, men che meno salvaguardia del territorio, anzi. Le nostre terre verranno date in mano a ditte legate ai clan camorristici, che oltre a riempirle di rifiuti inizieranno a spadroneggiare in tutto il territorio, l’opera verrà realizzata con materiale scadente e le condizioni di lavoro, per quei pochi che avranno il privilegio di essere assunti, saranno precarie e rischiose, come dimostrano i numerosi morti sui cantieri AV, l’ultimo, un operaio di 24 anni di Frattamaggiore, solo qualche settimana fa, sulla tratta Bovino – Cervaro da poco inaugurata dal ministro Del Rio alla stazione di Benevento.

Insomma non sono bastate le discariche, gli inceneritori, gli incendi delle eco-balle, le decine di strade fatte e franate il giorno dopo, le centinaia di cattedrali nel deserto semi-finite e lasciate all’abbandono, le migliaia di morti per tumore che hanno devastato il nostro territorio. No, da queste parti si continua ad invocare l’intervento dello Stato e del progresso tecnologico invece di puntare sulle nostre forze per riprenderci in mano i nostri territori e liberarli da tutto ciò che ci avvelena.

Le promesse e le belle parole di politici e imprenditori del super treno, possono anche dire , che sarà tutto bellissimo e che quest’opera farà uscire dalla crisi il nostro territorio, ma i fatti dicono il contrario, e la stazione di Afragola è solo uno dei tanti esempi di come il TAV uccide e affossa i territori.